{"id":393,"date":"2017-11-03T21:46:12","date_gmt":"2017-11-03T20:46:12","guid":{"rendered":"http:\/\/www.esploriamo.org\/simone-ewoca-2017\/"},"modified":"2017-11-03T21:46:12","modified_gmt":"2017-11-03T20:46:12","slug":"simone-ewoca-2017","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.esploriamo.org\/en\/simone-ewoca-2017\/","title":{"rendered":"Simone – Ewoca 2017"},"content":{"rendered":"

Se mi avessero proposto di trascorrere Ferragosto a tagliare salici e a levigare tronchi di legno in Bielorussia, probabilmente mi sarei lasciato andare in una grossa risata prima e in qualche improperio poi \u2026 o forse no. Gi\u00e0, a pensarci bene non l\u2019avrei mai fatto per via della mia curiosit\u00e0 e del mio spirito d\u2019avventura e conoscenza, che in fondo \u00e8 ci\u00f2 che mi ha spinto a tuffarmi nel mondo di Esplora.<\/p>\n

Le informazioni racimolate su internet e il racconto dei partecipanti delle edizioni precedenti sono state sufficienti a far crescere in me la voglia di partire per l\u2019ultimo di un ciclo triennale di European Work Camps: essendo un novellino del progetto, non avevo quasi per nulla idea di cosa, concretamente, mi aspettasse a Minsk.<\/p>\n

Che poi succede sempre cos\u00ec, solo riflettendo a freddo su ci\u00f2 che si \u00e8 fatto e vissuto si \u00e8 in grado di analizzare criticamente le modalit\u00e0 e le dinamiche che hanno permesso la formazione del gruppo, obietti vo primario di ogni progetto o iniziatica come questa: ecco allora che, sia durante i reflection groups dopo le attivit\u00e0 di ogni giorno, ma soprattutto una volta rientrato a casa, ho compreso che il nostro gruppo, composto da italiani, tedeschi e bielorussi\u00a0 dai 15 ai 24 anni, si \u00e8 cementato proprio grazie alle dinamiche insite nelle attivit\u00e0 di lavoro, ossia durante il work time, vera peculiarit\u00e0\u00a0 di EWOCA3<\/sup>.<\/p>\n

Riunirsi in un determinato luogo, selezionare materiali e attrezzi, dividersi i compiti, il tutto finalizzato alla realizzazione di un obiettivo comune, sono state le chiavi del successo delle due settimane trascorse nella serenit\u00e0 della campagna bielorussa, e per me \u00e8 stato davvero sorprendente notare quanto il lavoro manuale possa fungere da collante fra ragazzi di lingua e cultura diversa, stimolando la collaborazione, favorendo l\u2019incremento del senso di responsabilit\u00e0 individuale al servizio del gruppo e, in generale, giocando il ruolo di team builder forse meglio di qualsiasi attivit\u00e0 studiata a questo fine.<\/p>\n

Il contatto fisico, i gesti e lo scambio di conoscenze tecniche ci hanno permesso di superare l\u2019ostacolo pi\u00f9 grande, la lingua inglese, vero tallone d\u2019Achille per la maggior parte del gruppo. Ciononostante, tuttavia, l\u2019integrazione e la voglia di mettersi in gioco hanno garantito ugualmente un elevato livello comunicativo per mezzo del quale tutti i progetti sono stati portati a termine e, anzi, non c\u2019\u00e8 stato nessuno che di propria spontanea volont\u00e0 non abbia deciso di aggregarsi agli altri gruppi per dare una mano, cos\u00ec da poter tornare nel rispettivo working group con conoscenze e tecniche sempre nuove e tanti suggerimenti per lavorare meglio ed abbellire i progetti \u201cin cantiere\u201d, che hanno portato alla realizzazione di una green classroom, di uno stone path in mattoncini bianchi e neri per constatare la differente capacit\u00e0 di assorbimento del calore propria di questi due colori; inoltre \u00e8 stato realizzato un flower garden, un graffito con lo stemma di EWOCA3<\/sup> ed infine alcuni tra i pi\u00f9 volenterosi si sono distinti per aver ripulito il fondo di una vecchia piscina, ormai ridotta ad un triste recipiente di fanghiglia e mattoni frantumati.<\/p>\n

Come ho gi\u00e0 detto, il working time ha favorito la formazione di un gruppo, di una vera e propria squadra, e questi risultati si sono ovviamente riscontrati anche durante il free time serale: tutti insieme nella meeting room interna o esterna, fra musica, chiacchiere e risate ogni giorno sempre meno timide e pi\u00f9 sincere, di quelle che porti in valigia fino a casa e che custodisci gelosamente, di quelle che nessuna foto o nessun post sui social sar\u00e0 mai tanto potente da farle rivivere.<\/p>\n

Sincerit\u00e0, rispetto e responsabilit\u00e0 nei confronti del prossimo, posso\u00a0 infine riassumere con queste tre parole chiave quelli che sono stati i frutti di EWOCA3<\/sup> 2017, ed emblematica, in estrema sintesi, penso che sia la mia ultima notte: dopo la consegna degli attestati YouthPass e dopo aver ballato per rincuorare chi gi\u00e0 cominciava a singhiozzare, sono salito in camera ad ultimare la valigia. Il corridoio deserto suggeriva che ero forse l\u2019unico su tutto il piano, in quel momento, ma le valigie dei miei compagni di stanza ancora in disordine sembravano dirmi che c\u2019era ancora del tempo \u2026<\/p>\n

In meno di cinque minuti ho tolto piumone e coperta dal mio letto e sono sceso gi\u00f9, di fianco alla meeting room esterna, davanti al fuoco insieme a tutti gli altri. Da quel momento i ricordi si confondono fra il chiarore delle fiamme, il suono del piccolo stereo e il sibilo delle voci di chi chiacchierava o canticchiava, con l\u2019alta chioma di un pino ad attrarre a s\u00e9 i lapilli, le nostre parole ed i nostri pensieri.<\/p>\n

Poi ricordo solo che Fabian, il ragazzo tedesco che da solo ha realizzato il graffito, mi ha svegliato intorno alle 3:30\u00a0 per dirmi che avrei fatto meglio a rientrare per stare almeno un paio d\u2019ore su un materasso morbido e al caldo, siccome alle 6:30 il gruppo italiano sarebbe dovuto partire per l\u2019aeroporto, mentre lui e tutti gli altri tedeschi sarebbero andati via pi\u00f9 tardi, verso ora di pranzo. La spontaneit\u00e0 del gesto di Fabian rivela il valore del rapporto instauratosi fra tutti noi in quei quattordici giorni, un rapporto di amicizia, vera, come le lacrime dei bielorussi che ci hanno salutato all\u2019aeroporto e come le parole di chi ha detto \u201cnever say goodbye because goodbye means never see again and never see again means forget\u201d.<\/p>\n

Un rapporto forte e diverso da tutti quelli instaurati durante le mie esperienze precedenti, vero e sincero come il desiderio di portare a termine il proprio progetto, reso possibile grazie al lavoro di gruppo e alla collaborazione di tutti, a dimostrazione del fatto che, uniti, si pu\u00f2\u00a0 ottenere raggiungere qualsiasi obiettivo.<\/p>\n

#YESWECAMP<\/p>\n

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Simone<\/p>\n

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